Litho
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PETRIFY THE SOCIETY
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All’apparenza semplice e banale oggetto che si può trovare da qualsiasi parte in natura, ma il contrasto che si crea decontestualizzandolo e antropomorfizzandolo è per me impagabile.
Quando conferisco volto e caratteristiche estetiche a questi antichi abitanti del nostro pianeta, uomo e natura si fondono. Mi piace definire questo processo come “pietrificazione della società”, in sintesi, pietrificare e bloccare nel tempo, aspetti sociali, filosofici e psicologici dell'essere umano su sassi di pietra grezza e incontaminata.
E' proprio questa incontaminazione e naturale purezza che mi strega ogni volta che osservo un sasso: è su questo pianeta da molto più tempo di noi, ha attraversato vari processi, cambi di stato, mutamenti chimici, chissà quante ne ha passate.
Da questo punto di vista ogni roccia andrebbe guardata come un reperto archeologico, andrebbe rispettata e onorata, ma rimarrebbe comunque “solo” una roccia. Ed è qui che entra in gioco il viso, l’antropomorfizzazione delle opere è cruciale; infatti, senza un volto, creare qualsiasi tipo di legame sarebbe estremamente difficile.
Siamo abituati a cercare consenso o conforto in volti umani, al limite animali, fatti da due occhi, un naso e una bocca. Avendo questi tratti somatici, l'opera acquisisce una propria personalità, un proprio carattere e può vedere, percepire le emozioni, le può annusare e può parlare esattamente come un essere umano, ma lo fa meglio, in silenzio, con parole sue, parole a mio avviso molto più potenti e sincere di quelle che sentiamo pronunciare ogni giorno.
Un'altra importante caratteristica della mia arte è sicuramente l'uso delle lacrime. La loro duplice funzione è di porre sullo stesso piano gerarchico opera e spettatore, ciò favorisce una relazione molto più intima e personale con il pubblico, ma allo stesso tempo cercare di mettere in soggezione quest'ultimo, facendolo sentire quasi giudicato per il suo operato in questo mondo.
L’obbiettivo di ogni mia creazione è quello di provocare una connessione con lo spettatore. Che sia lunga, breve, intensa o superficiale, ed insieme ad esso, compiere un viaggio per capire la realtà, per capire se stessi e per porci delle domande.
Chi siamo? dove siamo? quando siamo? perché siamo? e come siamo? Cosa stiamo facendo qui e ora, in questo determinato luogo e in questo determinato tempo?
É una presa di coscienza totale e universale di noi stessi e di ciò che ci circonda, una localizzazione spazio-temporale.
Per dare ancora più rilievo al mio operato di artista, specifico sempre il peso delle mie opere perché voglio evidenziare la tangibilità di esse. Mi piace il concetto che siano materia da toccare, sollevare, girare e che occupino un certo spazio in un certo tempo, ed è anche un modo per dare peso al messaggio che portano.
Ovviamente le mie opere non hanno un significato unico, o meglio, ne esiste uno generale che è quello che ho appena spiegato, ma ogni sasso affronta una determinata tematica ma tutte principalmente riferite all’io e all’anima dell'essere umano. Attraverso le forme, i colori e i materiali il mio intento è di sviscerare un problema o una condizione di vita dell'essere umano rendendo la tematica più facilmente comprensibile attraverso l’estetica.